A_ROCK “Space sounds” al Museo astronomico e Planetario di Roma

Di nuovo al Planetario di Roma e di nuovo il tutto esaurito per entrambi le repliche della serata!

Il pianista e compositore Patrizio Fariselli, durante una pausa del tour del suo gruppo AREA, ha proposto uno spettacolo diviso in due atti. Il primo con l’esecuzione completa dell’album “Piccolo atlante delle Costellazioni estinte” con l’utilizzo di campionamenti e elettroniche mescolati a suoni acustici e piano preparato (in anteprima e in versione ridotta il progetto venne presentato nell’edizione 2011 di A_Rock). Nell’atteso secondo atto Fariselli al “piano solo” si è cimentato in un’improvvisazione unica ed irripetibile dei brani storici degli AREA.

 

Estratto video dello spettacolo al Planetario

Numerosi sono stati, nel corso della storia, i tentativi di sovrapporsi o di sostituire queste antiche visioni con immagini legate ad altre contemporaneità, ad esempio i ripetuti tentativi di cristianizzare il cielo (il Sole doveva essere “Cristo”, Venere “Giovanni Battista” etc.). Questa proliferazione di immagini ed immaginari arrivò fino agli anni Venti, quando l’Unione Astronomica Internazionale fissò una volta per tutte la nomenclatura del cielo in ottantotto costellazioni. Tutte le costellazioni che non rientrarono nel novero “ufficiale” divennero costellazioni estinte.

I dodici brani del Piccolo Atlante delle Costellazioni Estinte indagano il carattere di altrettante immagini fantastiche svolgendo un percorso tra i suoni, così come l’occhio traccia sentieri tra le stelle. Un po’ musica a soggetto e un po’ libera introspezione.

Il modulatore ad anello (ring modulator) è uno dei classici dispositivi della musica elettronica. Nel Piccolo Atlante delle Costellazioni Estinte viene utilizzato per introdurre quantità variabili di indeterminazione alla musica per pianoforte. Tecnicamente, il suono del pianoforte (modulante) viene accostato ad una sorgente sintetica sinusoidale (modulatore) dando luogo ad un’alterazione dosata nel mentre o subito dopo l’improvvisazione, trasformando e distorcendo i contenuti armonici. Il suono così ottenuto è fratello (quasi coetaneo e altrettanto povero) del piano preparato di Cageana memoria, ma senza l’inevitabile staticità della “preparazione” delle corde.

Il Piccolo Atlante delle Costellazioni Estinte si rivolge al cielo senza alcun desiderio di trascendenza, suggestionato da quelle visioni che per un motivo o per l’altro hanno “fallito”, non omologate dalla storia o rimpiazzate da immagini più efficaci o radicate.

Come se riconoscendo nel cosmo immagini familiari fosse possibile ridurne una comprensione o quantomeno limitarne la spaventosa, splendida immensità.

www.area-internationalpopulargroup.com

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